Da Nermantis a Charvir, Fem lancia le 7 varietà “resistenti” pronte a portare più sostenibilità tra i vigneti trentini

Fondazione Edmund Mach e Civit hanno presentato 7 varietà di vite per migliorare geneticamente i vigneti trentini. La principale caratteristica è infatti la capacità di resistere all’oidio e alla peronospora, le principali patologie. Il presidente di Fem Cattani: “Un ulteriore sprone a sostegno degli agricoltori trentini”

TRENTO. Grande soddisfazione di Fem e Civit per i risultati del progetto presentato nella giornata di venerdì 5 marzo. 7 varietà “resistenti” sono pronte per portare più sostenibilità nei vigneti trentini.

Sono Nermantis, Termantis, Valnosia e Charvir, le quattro varietà risultato del programma di miglioramento genetico della Fondazione Edmund Mach, unitamente alle tre cultivar Solaris, Souvignier Gris e Pinot Regina si presentano oggi al territorio trentino in tutte le loro caratteristiche e potenzialità, con un denominatore comune: la tolleranza a oidio e peronospora, le principali patologie della vite.

 

Queste nuove varietà sono le protagoniste del progetto Vevir, coordinato dal Consorzio Innovazione Vite (Civit) con partner Fondazione Edmund Mach per gli aspetti scientifici e il mondo produttivo con Cavit, Mezzacorona, Cantina di Lavis e Cantine Ferrari. In base ai risultati di questo progetto, tra la 30 varietà di vite presenti sul mercato tolleranti a oidio e peronospora, queste sette si sono dimostrate particolarmente performanti in Trentino oltre a rappresentare un’opportunità per areali viticoli confinanti con aree sensibili, dove le limitazioni ai trattamenti fitosanitari rappresentano un grosso limite e nelle aree dove la meccanizzazione a causa della forte pendenza è impossibile.

 

Spiega il presidente della Fondazione Mach Mirco Maria Franco Cattani: “La collaborazione integrata di ruoli ed esperienze complementari, che sorregge il progetto Vevir, ha prodotto un risultato estremamente positivo, perché pienamente rispondente agli obiettivi previsti, in grado di fornire un valido supporto ai viticoltori ed agli operatori commerciali, armonizzando la produzione in campagna con le necessità urgenti di preservare la salubrità del territorio a beneficio di quanti lo abitano e frequentano. Per Fem è un ulteriore sprone nella propria missione di sostegno e affiancamento agli agricoltori, che è stata ragione della sua fondazione.

 

Fabio Comai, vicepresidente del Consorzio Innovazione vite, che avrà il compito di promuovere queste varietà tra i viticoltori, ha spiegato che il progetto ha dato molte soddisfazioni in quanto oltre a Civit sono state coinvolte le cantine del Trentino che hanno potuto sperimentare in prima persona i risultati raggiunti.

 

I tecnici e i ricercatori della Fondazione Edmund Mach hanno testato per tre anni dal punto di vista agronomico ed enologico oltre 30 varietà di vite resistenti presenti sul mercato. Le hanno attentamente studiate nei campi sperimentali dislocati in Piana Rotaliana, Vallagarina e Valsugana, per capire innanzitutto come si adattano a diverse altitudini e a diverse condizioni climatiche, ma valutandone anche la fenologia, la fertilità, la produttività, la tolleranza alle principali malattie fitosanitarie, il potenziale enologico rispetto a due varietà tradizionali: Chardonnay e Marzemino.

 

“Queste varietà diverse dalle tradizionali possono rappresentare un’opportunità anche per il territorio Trentino– spiega Maurizio Bottura del Centro trasferimento tecnologico Fem – il progetto Vevir nasce nel 2016 dalla valutazione dal punto di vista enologico e agronomico e mostra che queste varietà sono resistenti alle principali malattie fungine parassitali della vite, permettendo di ridurre il numero di trattamenti fitosanitari rispetto a quelli tradizionali”.

Dal quotidiano online “Il Dolomiti” 

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